Il Progetto RERG – Rete Educativa per il Rispetto dei Generi ha come obiettivo principale la decostruzione degli stereotipi e delle false credenze legate al genere e ai ruoli sociali.
Il progetto prende avvio da un’analisi critica delle rappresentazioni e delle conoscenze relative al ruolo della donna, ai linguaggi sessisti e alla percezione del femminile nei diversi contesti sociali, culturali e mediatici. A partire da questo focus iniziale, l’intervento si amplia per abbracciare tutte le identità di genere, promuovendo una cultura del rispetto, dell’inclusione e della parità.
RERG intende favorire un uso consapevole e rispettoso dei social media, strumenti fondamentali nella costruzione e diffusione delle narrazioni di genere.
Comprendere i modelli comunicativi e i linguaggi propri dei diversi canali digitali e degli spazi relazionali virtuali è essenziale per prevenire e contrastare le forme di violenza sessista che possono manifestarsi sul web, in particolare sui social network.
Il progetto nasce, inoltre, da una riflessione sulla percezione diffusa della comunicazione sessista come qualcosa di “normale” o trascurabile, rispetto alla violenza fisica. RERG vuole riportare l’attenzione sull’impatto che anche il linguaggio può avere nella costruzione di disuguaglianze e dinamiche discriminatorie, promuovendo un cambiamento culturale profondo e duraturo.
Il fenomeno del linguaggio sessista è strettamente legato alla violenza di genere, in quanto alimenta pregiudizi e stereotipi che si radicano nell’immaginario collettivo, influenzando profondamente la società e il pensiero individuale. Questi condizionamenti si riflettono nelle relazioni interpersonali, sia in ambito affettivo e familiare, sia in quello lavorativo.
L’atto violento trova così terreno fertile e, in molti casi, una forma di legittimazione all’interno di un sistema culturale che percepisce tali atteggiamenti come parte di un pensiero condiviso e accettato. Solo nel momento della manifestazione esplicita, l’atto viene riconosciuto e punito, spesso quando è ormai troppo tardi.
Questa dinamica evidenzia la carenza di un’adeguata azione preventiva, che dovrebbe iniziare fin dall’adolescenza — una fase cruciale in cui, tra cambiamenti fisici e psicologici, i giovani sono alla ricerca della propria identità e autoaffermazione.
In questo percorso, il web e i social media rappresentano uno spazio espressivo privilegiato, ma non sempre positivo: se usati in modo inconsapevole, possono ostacolare un sano sviluppo personale, soprattutto nella sfera affettiva e relazionale. Tuttavia, se valorizzati in chiave educativa, i social possono diventare strumenti fondamentali per lo sviluppo di competenze comunicative e relazionali, con benefici significativi anche in età adulta.